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principatus



PRINCIPATUS

Denominazione del nuovo assetto politico di Roma, quando, dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), Ottaviano (Augusto) costituì il nuovo fulcro intorno a cui si disponevano le forze, a quei tempi in conflitto, della società romana: il ceto senatorio, i cavalieri e l'esercito. Da questo ruolo di "primo" (princeps), molto diverso, almeno all'inizio dell'età imperiale, dalla figura del re, prese nome il nuovo regime. È difficile fissare una data d'inizio perché il principato si formò gradualmente nel quadro stesso delle istituzioni repubblicane e non si oppose loro dall'esterno. Il nuovo equilibrio che, pur con qualche modifica, giunse sino alla fine dell'impero, vide nuove combinazioni di potere senza però far ricorso a nessun radicale mutamento giuridico rispetto all'età repubblicana; Ottaviano non fu chiamato a ricoprire alcuna magistratura speciale, ma, sommando in sé anche per più anni il potere istituzionale di diverse magistrature repubblicane, minò la base stessa della repubblica: la rotazione del potere. La continuità tra la repubblica prima delle guerre civili e la repubblica restaurata da Ottaviano è perciò solo apparente. Il Senato conservò l'antica autorità, ma sempre più marcata divenne la differenza tra ceto senatorio, in quanto realtà sociale, e senato in quanto sua espressione politica. Il bilanciato sistema di poteri alternati trovava proprio nel senato il suo perno; ora tale funzione veniva esercitata dall'imperatore. Questo cumulo di poteri nelle mani di una sola persona non si determinò repentinamente, ma in un processo piuttosto lungo durante l'età imperiale, come consapevole ricerca di un nuovo equilibrio che la gestione collegiale del Senato non era più in grado di assicurare. Ma non solo il princeps acquistava potere. Anche l'ordine equestre assunse importanza sempre maggiore. Cavalieri erano quasi tutti i più stretti collaboratori di Augusto che avevano contribuito alla sua affermazione politica. Si creò così un gruppo di funzionari che divenne un vero e proprio apparato statale. All'inizio seguito clientelare proprio di ogni patrizio che volesse intraprendere la carriera politica, con la peculiare funzione di Augusto e dei successori, questo gruppo rapidamente si allargò e si trasformò da privato in pubblico. I proconsoli e i legati inviati a governare le province incominciarono a percepire un regolare stipendio. Tra gli incarichi di maggiore importanza emersero quelli di prefetto dell'annona e di prefetto del pretorio.

F. Roscalla